La carne di cinghiale
Regina della cacciagione, dal sapore forte, la carne di cinghiale viene utilizzata in mille maniere per portare in tavola rosticini, stinco, salmì, trippa nonché per creare prelibati ragù di condimento a pasta all’uovo e polenta.
Il castrato alla griglia
Per castrato si intende la pecora di età superiore ai sei mesi e inferiore ai due anni. Sottoposto a castrazione se maschio, se femmina che non abbia partorito. Viene macellata in primavera o in autunno. Il sapore è molto forte e sapido, l'odore pronunciato. Due i tagli serviti: il cosciotto e la bacchetta.
Il somarino
Destinato agli amanti della carne equina, il somarino con polenta da tradizione scaldava le giornate del mondo contadino. Si tratta di uno stufato di bocconcini di asino, lasciati cuocere nel vino, servito con il suo sughetto su un letto di polenta calda.
L'agnello fritto
E’ tipicamente primaverile il piatto ottenuto friggendo le carni dell’agnello. Solitamente si scelgono le costolette, ottenute affettando il carrè (cioè la schiena con le costole), da immergere in olgio bollente e rendere dorate e croccanti.
Gli stufati
Nel diciannovesimo secolo lo stufato era il piatto di carne della domenica in inverno. Si preparava con il manzo, ma si usavano anche i tagli più fibrosi dell'asino o del cavallo. La stufatura durava spesso 8-10 ore e rendeva morbida e sugosa una carne non particolarmente tenera.